The Wake review on Disfactory

Earth’s Necropolis apre la carriera del progetto The Wake, formazione propositiva e animatrice di un black metal freddo, letale ma quadrato. Il disco scorre bene mettendo sul fuoco diversi spunti di discreto interesse, sono ingranaggi spigolosi quelli protratti con cura quasi chirurgica e dico quasi perché l’animo blafemo/bestiale rimane lì a volteggiare sulle innumerevoli “giravolte” aspettando i momenti giusti per poter colpire i nostri sensi a tradimento. Si accelera e rallenta gelidamente (i passaggi fra i diversi momenti saranno quasi impercettibili) su spolverate dal sapore industriale (componente viva, ma non troppo compressa o portata alla completa evidenza/maturazione) mentre un reparto vocale aspro e penetrante contribuirà a bastonarci sulle gengive e a ripetizione come si deve.

Non è complicato Earth’s Necropolis però il tornarci sopra “fa bene” e produce i suoi piccoli movimenti. Non richiede troppe energie e rimane a modo suo in bilico, fomentando un perenne quanto ingannevole dubbio su quale caratteristiche far primeggiare. Certamente la durata contenuta aiuta e non ostacola rendendo se possibile la questione “snella ed efficace sin dal principio”. Si percepisce il gusto “tipico” del black metal classico anche se viene filtrato a dovere, il desiderio di razziare è forte, primario e viaggia senza soste dentro la sua macinatura , accumulando momenti e riffs “scartavetranti” a profusione.

The Wake sputano un veleno particolare, gli effetti con molta probabilità varieranno da persona in persona, ma sul fatto che sia un potente veleno non potremo che concordare. Saranno reiterati morsi amari, nulla più del provare una fredda sensazione percorrere prima le viscere per poi proseguire infine lungo la spina dorsale. Quasi stupisce realizzare il modo nel quale scorre via liscio quando solitamente questo tipo di prodotti amano dilatare le tempistiche e “giocare” con noi portandoci vicini all’eccesso, Earth’s Necropolis soddisfa perché prova a fare l’esattamente l’opposto. Sembra di sentire i Marduk mescolati a robina “leggera” come Thorns e Diabolicum ma con meno “fronzoli” per la testa ecco.

La Loud Rage Music si conferma etichetta ispirata e brava nel realizzare prodotti che possano essere al passo coi tempi ma al contempo rimembranti le cose ben fatte dal punto vista grafico. Lasciate scorrere questo flusso spietato.

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